venerdì 9 dicembre 2011

UN CLÁSICO PER TUTTI

Questo sabato, al Bernabeu, c'è il "partidazo" dell'anno. Si affrontano le due maggiori squadre spagnole e senza ombra di dubbio anche tra le più forti d'europa. Scontato, vero. Anche perché il Barça è campione in carica di un po' tutto e il Real sembra molto intenzionato a mettere fine a questa egemonia.


Non può sopportare che i rivali vincano a destra e manca, che li superino in campionato e raccolgano trofei su trofei in Europa e nel mondo a dispetto della più titolata squadra della capitale che, seppur avvantaggiandosi di molte Coppe dei Campioni conquistate in epoca lontana, quasi arcaica, rimane sempre nell'immaginario di molti come il club più famoso al mondo. 
Mourinho è venuto per vincere, anche se al primo anno ha potuto alzare solo una Copa del Rey. almeno di fronte al solito Barça, è vero, ma è stato un contentino che nessuno ha considerato come risolutivo ai fini del confronto.


Fonte: Sport.es
Quest'anno il Real ha un'ottima opportunità, viene da quindici vittorie consecutive tra campionato e coppa e ha mostrato evidenti segni di crescita mentale e nel gioco. Non solo Cristiano, quindi, ma un'insieme di campioni che sembrano remare tutti dalla stessa parte. Di Marìa, Benzema, Higuaìn, Xabi Alonso, Marcelo, Ozil e chi più ne ha ne metta.




La particolarità secondo me è che Barça e Real non sono solo due culture diverse, ma due modi di intendere il calcio opposti che soddisfano le preferenze di qualsiasi tifoso di calcio nel pianeta. Se abbiamo capito ormai benissimo come il calcio di Guardiola è fatto sappiamo anche che il Real non la mette sul palleggio e sul possesso, ma fa del contropiede veloce, della ripartenza a mille all'ora la sua tecnica migliore per scardinare le difese avversarie. È in grado di gestire la palla, ma anche di attaccare in profondità con i suoi eccezionali esterni, le punte implacabili e la variabile impazzita di CR7 che può spostare gli equilibri. 


Di contro, il Barcellona dispone di un impianto di gioco molto ben collaudato e che può spaziare dal classico 4-3-3 alla novità di quest'anno 3-4-3, con Fàbregas nel ruolo di trequartista appena dietro le punte, che gli garantisce una quantità di goal incredibile e un'efficacia in fase offensiva quasi senza pari. Certo, i rischi aumentano un po' per la difesa, ma se tutti fanno il loro lavoro bene il Barça  soffre pochissimo anche quest'anno che si trova un po' più in ritardo rispetto ai rivali, che hanno avuto una marcia quasi senza macchie.


Non è un confronto tra due semplici contendenti, è una sfida totale: dalla tattica alla psicologia, dalla classifica della Liga a quella dei cannonieri, dai premi individuali ai trofei di squadra: il Bernabeu, questo sabato, scintillerà di un calcio stellare in una serata nella quale tutti vorrebbero giocare.


Le novità tattiche in vista del match:




Video tratto dal canale "LigaBBVA" di You Tube




Nel ricordare qualche aneddoto, spicca un risultato eclatante del '74 quando il Barcellona di Cruijff espugnò il Camp Nou, decretando la vittoria con maggiore scarto della storia del clàsico al Bernabeu (0-5):




Altra "manita" quella del 1994, stavolta al Camp Nou, con Romario protagonista assoluto con una tripletta. Quel Barça di Cruijff allenatore lanciò la scuola per l'attuale squadra nata da protagonisti di quell'epoca. 




mercoledì 23 novembre 2011

GOLAZO! I MIGLIORI GOAL DELLA LIGA - 3° PUNTATA

Torniamo con i goal che la Liga ci propone di domenica in domenica.
Abbiamo visto belle partite e anche qualche chicca, a cominciare dai grandi campioni ma anche con altri protagonisti meno da copertina.


In Valencia-Real finita 2-3 quello che fa saltare Mou dalla panchina per festeggiare a cavalcioni su Callejòn è il goal di Cristiano Ronaldo che mette al sicuro il risultato: grande tiro da posizione angolata.



Nella stessa partita, altre due perle hanno emozionato: quella di Benzema, bellissimo sinistro al volo, più quella di Soldado che in occasione del primo dei suoi due goal ha schiacciato la palla con una voleé imprendibile.




Anche una new entry tra le marcature da segnalare: il Villarreal ritorna alla vittoria con un bel pallonetto di Borja Valero, centrocampista dai piedi buoni.






Per me questi erano i più bei goal di questo weekend. Forse direi Benzema al primo posto, Cristiano al secondo e Soldado al terzo. Poi dite la vostra, se volete commentando sotto al post. 

Grazie e...

GOLAZO! torna presto 

mercoledì 26 ottobre 2011

GOLAZO! I GOAL DEL WEEKEND TRASCORSO - 2° puntata

Rieccoci all'appuntamento con i goal più belli della Liga!

Settimana intensa vista anche la presenza del turno infrasettimanale, che si sta giocando tra martedì e giovedì e che ha già visto il Barcellona vincente di misura a Granada e il Real sarà impegnato contro il Villarreal.

Questo weekend è tornato protagonista Cristiano Ronaldo, dopo le recenti prestazioni di Higuaìn che avevano oscurato la sua presenza in zona goal. Per non perdere l'abitudine, stavolta la tripletta è capitato di farla proprio a CR7, che ha anche scelto una maniera curiosa per entrare nel tabellino: 3 goal tutti nel primo tempo, il terzo è una perla particolare...


Si piazza bene anche il goal di Iker Muniain, segnato a Valencia dove si giocava un'importante partita tra i padroni di casa e l'Athletic di Bilbao (1-1):




Anche il Levante conquista la classifica dei goal più belli. La sorpresa di inizio stagione passa in vantaggio a Villarreal con questo sinistro di Juanlu, tra più in forma al momento:


Sperando vi siano piaciuti, state connessi: alla prossima puntata di GOLAZO!


mercoledì 5 ottobre 2011

GOLAZO! I FANTASTICI GOAL DEL WEEKEND DI LIGA

Durante l'ultimo fine settimana sono venuti fuori risultati abbastanza eclatanti, a partire dal Villarreal che non riesce a recuperare il terreno perduto, dal Real che travolge l'Espanyol a domicilio fino alla rimonta appassionante del Màlaga.

Nonostante le numerose sorprese di inizio stagione, come la partenza del Betis o come l'attuale serie positiva del Levante, a balzare agli occhi non sono stati i risultati più o meno anomali.
Infatti, come lo spettacolo-calcio richiede, si sono viste una serie di realizzazioni magnifiche, colpi di genio o di grande tecnica che non sempre si scorgono sui campi d'Europa, o comunque non in tutti i paesi. Abbandonate le azioni manovrate piatte e lineari, i bomber (improvvisati o meno) dell'ultimo weekend si sono sbizzarriti facendo saltare sui seggiolini i tifosi di tutta la penisola iberica.

Da segnalare tra i primi inseriamo sicuramente Julio Baptista, che ha deliziato i suoi tifosi al 91° con una "chilena" (così chiamano la rovesciata in Spagna) che noN ha lasciato campo al Getafe di Pedro Leòn, che tra l'altro ha siglato un'altra rete da incorniciare.

Fonte: YouTube

Strepitoso anche il secondo goal dei tre che ha segnato Higuaìn, ormai pienamente recuperato dopo il grave infortunio dello scorso anno; Benzema, che nel frattempo era stato titolare, pura vendo segnato molto rischia di tornare a vedere la panca.

Pezzo di bravura del "Pipita" che si dimostra un bomber completo, ancora una volta...

Fonte: YouTube

Se questo vi è sembrato già abbastanza, non avete ancora guardato la rete segnata dal difensore centrale della Real Sociedad Inigo Martìnez, che ha beffato il portiere dell'Athletic Bilbao per il temporaneo pareggio; alla fine, Llorente porterà la vittoria ai suoi.

Fonte: YouTube

La cosa forse più curiosa è che, recentemente, il buon Martìnez era diventato semi-famoso per un altro goal, stavolta nella sua porta: da molti è stato definito il più bell'autogoal di sempre...


Fonte: YouTube

Sperando che la qualità dei goal proseguirà su questa strada...rimanete in contatto sulla Liga, che come si vede in quanto a spettacolo non scherza!

Alla prossima puntata di GOLAZO!

mercoledì 31 agosto 2011

LA STESSA DELIZIOSA MUSICA?

Festeggiamenti sempre in gruppo, dopo il 5-0 al Villarreal (MundoDeportivo.com)

Si ricomincia con la Liga, finalmente. Anche il campionato iberico ci ha fatto aspettare un po' per via di uno sciopero risolto in due settimane. Personalmente, ero molto curioso di capire come si sarebbero comportate Real e Barça in questo inizio di stagione, che già le ha viste affrontarsi due volte; il Real se l'è lottata, ma è finita benissimo solo per i blaugrana. 

Pessima figura per Mou, invece, finito nell'occhio del ciclone per l'ormai famosa ditata nell'occhio di Tito Villanova, secondo di Pep; lui ha restituito il favore, di certo non meritandosi l'applauso. Però notavo: come è cambiato il comportamento dei madridisti da quando c'è Mou eh...? Casillas non era mai così nervoso, Sergio Ramos è sempre in collera, mentre Pepe, Carvalho e Diarra è meglio non incontrarli di notte sotto ad un ponte. Il pesce puzza dalla testa, si diceva.

Poi abbiamo applaudito al trofeo Gamper, dove il povero Napoli ha preso 5 avvisi che la Champions non sarà una passeggiata con nessuno. 

Poi abbiamo visto la Supercoppa Europea, praticamente una formalità seppur contro il Porto che è un'ottima squadra (ma senza qualche gioiello, vedi Falcao). 

Ed infine, dopo aver visto i sei goal realizzati dalla banda del Real a Saragozza, con l'implacabile Cristiano Ronaldo a fare da mattatore (ma non è che gli aragonesi marcassero benissimo dentro e fuori area), abbiamo assistito all'ennesima "manita" di marca blaugrana, confezionata ai danni del Villarreal. Mica gli ultimi scemi. Lo scorso anno sono arrivati terzi, eppure la loro distanza dalla vetta è ABISSALE. Come si fa a resistere ad una squadra che, pur avendo tutta la difesa infortunata (Dani Alves, Puyol, Piqué e Maxwell) si reinventa un 3-4-3 di Crujiffiana memoria che funziona alla perfezione?

Il Mundo Deportivo, pubblicando la foto che vedete qui sopra, si riferisce al team di Guardiola come "Barça Total". Rispolverando cioè lo spirito con il quale è nata l'accademia di calcio di cui ora tutti provano a rubare un pezzettino. Quello schema che il leggendario n°14 olandese insegnò e propose fino a farlo diventare un mantra vincente. Con le varianti degli anni a seguire, ma con la filosofia di base sempre uguale. Eppure impossibile da copiare. L'altra sera, giocavano Mascherano, Busquets, Keita, Iniesta, Thiago Alcantara, Fàbregas. Sono tutti centrocampisti, i primi due erano in difesa insieme ad Abidal. In fase di possesso palla, cioè sempre, la mediana aveva sei giocatori tra quelli più arretrati e quelli un po' più offensivi. Poi gli esterni erano Sànchez e Pedro (!), davanti c'è Messi. 

Il risultato? Una lezione in campo, con i nuovi a fare subito sfracelli. Fàbregas se n'è andato che era ragazzino ed è tornato che sembra che abiti qui da sempre. Già sapeva come doveva fare tutto, dagli inserimenti al possesso. Due goal in due partite ufficiali. Sànchez, dopo aver sudato l'impossibile per venire qui, ha capito subito di aver fatto il salto di qualità definitivo.

Tutti dicono che è il miglior club al mondo, allora ci si chiede anche: non sarà che anche quest'anno sentiremo la solita, deliziosa, musica?

martedì 26 luglio 2011

"UN ONORE AVER FATTO PARTE DEL MIGLIOR SIVIGLIA DELLA STORIA"

Il giocatore in questione è Diego Capel, esterno sinistro fantasioso che da anni gioca nella squadra del suo cuore. Ha ufficializzato il suo passaggio allo Sporting Lisbona per 3,5 milioni di euro, più premi. 
Ha partecipato da giovanissimo a quel Siviglia dei miracoli che vinse due Coppe Uefa di seguito, anche se solo con una presenza nei turni precedenti alla finale. Ha vinto poi la Supercoppa di Spagna e quella Europea, più due Coppe del Re. 


Le lacrime uscite dai suoi occhi durante la sua conferenza stampa hanno riportato la mente a quegli addii dolorosi, che solo un giocatore veramente legato al territorio e alla squadra può avere. "Me ne vado con tristezza, però con la testa e la coscienza molto tranquilla, con la sensazione che ho dato tutto per la camiseta del Siviglia". Il centrocampista, classe '88, in passato è stato vicino a Tottenham e Real Madrid ma non se n'è fatto più nulla.


Ora cerca gloria in una squadra che vuole rilanciarsi, che ha fatto già vari acquisti come Bojinov ed Onyewu ma soprattutto con l'arrivo del tecnico Domingos Paciencia, quello che ha portato in finale di Europa League lo Sporting Braga.


Gran dribbling, velocissimo, tutto mancino: Del Bosque ha già detto che è stata una trattativa eccellente per lui che potrà trovare di nuovo speranze per far parte della Selecciòn campione del Mondo.
In fondo, ha solo 23 anni...


Fotografia: Marca.com

mercoledì 29 giugno 2011

MALAGA, UNA NUOVA STELLA STA NASCENDO

In questo periodo di mercato in Spagna si sta trattando molto ma concludendo poco. Il Real ammicca a Neymar ma non lo prende, pensa ad Aguero ma non lo sceglie (pensate a che potrebbe succedere in caso di passaggio cittadino all'altra sponda) e si limita a guardare ciò che avverrà in Copa America sperando che il prezzo della stella del Santos non salga. Idem quello che accade per il Barcellona: tra il sogno Fabregas e la trattativa Sànchez, non si è ancora giunti a nessun accordo e si pensa più a sfoltire la rosa dagli elementi meno importanti per fare cassa.

Le altre invece si stanno muovendo più velocemente, anche perché devono necessariamente colmare un divario che con le big si è fatto abnorme.
A lottare per le posizioni alte sembra però che si aggiungerà una new entry: il Màlaga di Manuel Pellegrini, guidato e trascinato dalla nuova proprietà di Al Thani, sceicco del Qatar intenzionato a fare della squadra andalusa un gioiello che può piazzarsi nelle prime sei posizioni. 

in ordine, già a giugno gli acquisti sono stati i seguenti: Diego Buonanotte, preso già a gennaio per 4,5 milioni dal River ma arrivato adesso; Van Nistelrooy, preso a parametro zero dall'Amburgo e pronto al ritorno in Spagna; il difensore olandese Mathijsen, esperto mancino che farà coppia con Demichelis; Monreal, esterno mancino dall'Osasuna, per 6 milioni di euro, ma soprattutto il mediano Toulalan dal Lione  acquistato per 11 milioni di Euro (il più costoso della storia del club) e anche Joaquìn, esterno destro del Valencia degli anni d'oro che è stato prelevato per 4 milioni e che ha destato grande entusiasmo nei tifosi, accorsi in 16.000 allo stadio per accoglierlo. Chiude per il momento la campagna il terzino destro (molto promettente, in ascesa) Sergio Sànchez dal Siviglia che lo ha lasciato andare per 2,8 milioni. 

In tempi di grande crisi per il football spagnolo che vede i suoi debiti aumentare come non mai, l'ingresso di nuovi investitori (come anche il fratello di Al Maktoum, del Man City, che si è buttato sul Getafe) fa smuovere un mercato fatto di grandi promesse ma di scarsi investimenti, più che altro affari presi dalle squadre retrocesse che non si possono permettere di pagare ingaggi onerosi. E il Màlaga, così come stiamo vedendo, si inserisce prepotentemente tra le aspiranti all'Europa passo dopo passo. Starà a Pellegrini integrare tutti questi nuovi arrivi al meglio.


domenica 12 giugno 2011

GLI EROI DI WEBLEY RINGRAZIANO I TIFOSI

Una ventina di giorni fa, al Camp Nou, si sono riuniti tutti i tifosi del Barcellona per omaggiare e festeggiare i loro idoli, gli eroi di Wembley che hanno portato la quarta Champions League nella bacheca blaugrana.


Divertente la sfilata per la città, con i pullmann sulla Rambla e i giocatori pronti a salutare e incontrare il "popolo", quella gente che sente sulla propria pelle il significato di essere catalani.


Tra i ringraziamenti in uno stadio strapieno, non potevano mancare le parole di Guardiola, Puyol, Abidal, Iniesta e tanti altri: si sono tutte concluse con "Visca el Barça", lo slogan di tutti i tifosi culé.  Vedendo queste immagini, viene in mente che forse a distanza di anni capiremo bene e meglio cosa è stata questa squadra per il movimento calcistico europeo. Nonostante sia già chiaro fin da adesso.






giovedì 26 maggio 2011

INSEGUENDO IL SOGNO, SCAPPANDO DAL...VULCANO



Il Barcellona si è già diretto a Londra, dove è arrivato con anticipo rispetto agli iniziali programmi, a causa dell'eruzione del vulcano islandese che ha provocato l'innalzamento di una colonna di fumo e polveri che crea problemi al traffico aereo europeo. Così, per evitare brutte sorprese, Guardiola e i suoi si sono premuniti.


L'allenatore blaugrana ha anche espresso la sua preoccupazione per i tifosi, auspicando che non abbiano problemi a raggiungere Londra per sostenere la squadra. Nel frattempo, nel video pubblicato si vede come gli allenamenti in terra d'albione da parte dei blaugrana procedano bene e con i soliti metodi:sorrisi, palla a terra, tanta tecnica e tiri in porta. In fondo, dopo una stagione carica di eventi di assoluta importanza (e tensione) sportiva, non è necessario aumentare i carichi di lavoro del gruppo. Che comunque è abituato a lavorare in questa maniera: avete mai visto dei video del Barça dove si fanno corse infinite senza pallone e ripetute fino allo stremo?

Questo ci insegna la filosofia della squadra catalana: non sempre è necessario allenarsi come mezzofondisti per raggiungere il risultato, se tutto si basa su un buon mix tra preparazione fisica e molto allenamento tecnico, i risultati sono questi. Hanno fatto quattro volte il controllo antidoping al Barça, quest'anno: una domanda mi è venuta subito in mente.

Siccome loro fanno viaggiare molto la palla più che correre loro stessi (immaginatevi Xavi), che senso ha parlare di doping e di sostanze che "aiutano"? Dovremmo vedere undici fomentati che non smettono mai di scattare, invece il ritmo imposto dal Bacellona si basa su passaggi ripetuti e precisi, di corto raggio, finalizzati a trovare spazi che immediatamente vengono sfruttati dai filtranti e dai tagli di Xavi, Iniesta, Alves, Messi, Pedro e chiunque altro. A volte il loro ritmo è lento, quasi stucchevole: in questo caso, dove sta il doping?

Piuttosto che cercare stupide motivazioni "oscure" alla forza di questa squadra, qualcuno dovrebbe assistere più spesso ai loro allenamenti...magari si fa un'idea diversa da quelle malevole e infamanti. Ad ognuno il suo stile...

giovedì 19 maggio 2011

IVAN, IL "PELATO" DAI PIEDI BUONI E LE GAMBE FRAGILI

I giovanissimi Raùl e De la Pena in ritiro con l' U.21 spagnola
Ha deciso oggi di dire basta. "La testa mi dice di continuare, ma il mio corpo non può più": con queste parole, rotte dall'emozione e dalle lacrime, Iván de la Peña ha deciso che a 35 anni, dopo tanti infortuni alle spalle, è arrivata l'ora di lasciare. Non ce la fa più "el pelat", come lo chiamano a Barcellona. 




Aveva voglia di continuare a fare assist, a lanciare con il suo piede vellutato i compagni, a mandare in porta gli attaccanti con qualche diagonale filtrante degno del miglior Xavi.

Ecco, quelle giocate e quei momenti da ora in poi non saranno più il pane quotidiano per Ivàn. Anche se chi lo conosce bene, come il suo scopritore Laureano Ruiz (che in Cantabria lo aveva scovato giovanissimo insieme a Pedro Munitis e i fratelli Helguera), sa che non lascerà il mondo del calcio in generale. Ruiz di lui dice: "Era un ragazzino speciale, con tantissime qualità per il calcio, ma non tutto ce l'aveva innato: ha appreso moltissimo negli anni".

In Spagna molti lo amano, da noi se lo ricordano come un bidone pazzesco. Trenta miliardi la cifra sborsata da Cragnotti per portarlo a Roma: praticamente un fallimento totale, come spesso è accaduto ai giocatori iberici da noi. Ma lui aveva un passato glorioso, aveva giocato nel Barça di Cruijff e con Ronaldo, i suoi passaggi furono determinanti per la vittoria della Coppa delle Coppe contro il PSG del 1996 e della Liga 97/98. Poca storia in nazionale, dove ha raccolto pochissime presenze e nessuna soddisfazione. Dopo l'Italia è andato in Francia, al Marsiglia, ma lì fu pure peggio. Il ritorno a Barcellona nel 2000/2001 era solo una mossa mediatica, così dal 2002 passa ai cugini dell'Espanyol, dove ha potuto invece dimostrare ancora di essere un giocatore di livello. Una doppietta al Barcellona di qualche stagione fa è stata l'apoteosi della carriera in biancoblu. 

Suerte, Ivàn: come molti dicono, la muscolatura "speciale" del centrocampista cantabrico non ha reso giustizia al giocatore che eri.

mercoledì 4 maggio 2011

WEMBLEY, ANCORA TU...

La punizione-bomba di Ronald Koeman nella finale del 1992 contro la Samp


Un'altra volta qui. La settima finale della storia per i blaugrana, che torneranno su un luogo che conoscono molto bene (compresi i tifosi doriani, purtroppo). Il 20 maggio del 1992 la truppa di Mancini, Vialli e Pagliuca affrontò lo squadrone di Cruijff, guidato in campo da quel Pep Guardiola che ora "rischia" di fare la storia del club nuovamente nel tempio più famoso del calcio inglese.

È cambiato molto in questi 19 anni. È cambiato pure Wembley, che ha subito un restyling necessario per un impianto della sua età. Ora mantiene la leggenda e il fascino del vecchio nome unito alla modernità delle strutture odierne. L’Italia Under 21 ebbe l’onore di inaugurarlo, ma a parte questo i legami con la finale di quest’anno e il nostro paese finiscono qua. Nessuna italiana a sfidare ancora i catalani, che forse sono più forti di quella formazione che vinse con Stoichkov, Koeman e Micheal Laudrup. Oggi i protagonisti sono già tutti campioni d’Europa e del Mondo, e hanno anche già una coppa dalle grandi orecchie in tasca. Solo Villa, Pedro e Mascherano devono assaporare ancora questa sensazione. Ma sarà diverso, nel nuovo vecchio Wembley. Ancora tu…


IL TABELLINO DI QUELLA FINALE

Wembley Stadium, London, 20 Maggio 1992

SAMPDORIA: Pagliuca; Mannini, Lanna, Vierchowod, Katanec; Lombardo, Pari, Cerezo, I.Bonetti (72′ Invernizzi); Vialli (100′ Buso), Mancini
All. Boskov
BARCELLONA: Zubizarreta; Eusebio, Ferrer, R.Koeman, Nando, Juan Carlos; Baquero, Guardiola (113′ Alexanco), M.Laudrup; Salinas (64′ Goicoechea), Stoichkov.
All. Cruijff
Reti 112′ Koeman
Arbitro Schmidhuber (GER)

QUATTRO CLASICOS, TANTE EMOZIONI...

Si è appena chiuso il ciclo di clàsicos, le sfide Barça-Real che hanno catalizzato l'attenzione di tutti nell'ultimo mese.
Il bilancio sembrerebbe pari a livello di incontri, ma in realtà ad uscirne vittorioso è il Barcellona. Passa in finale a Wembley eliminando i maggiori rivali nazionali, in campionato mantiene otto punti di vantaggio e solo la Coppa del Re è stata decisa ai supplementari in favore dei blancos (ma è un titolo importante).




Le polemiche hanno tentato di coprire lo spettacolo, che in qualche caso non è stato degno delle attese: diciamo che in Champions si sono viste delle emozioni in più, ma la battaglia mediatica alimentata da Mou e dalle due società ha finito per sovrastare gli spunti tecnici che le partite hanno dato.


Questo significa che nel calcio moderno passa in secondo piano tutto, pure lo slalom meraviglioso di Messi al Bernabeu o la percentuale di passaggi riusciti dei blaugrana. Bisogna darsi anche una regolata: se in Spagna possono dare anche adito alle parole infiammate dei protagonisti, gli amanti del calcio degli altri paesi dovrebbero e potrebbero sorvolare sulle tante parole al vento gettate da giocatori, presidenti e mister per gustarsi semplicemente lo show.


E poi, scusate: una ragazzo operato di tumore è appena tornato a giocare dopo appena un mese e mezzo dall'operazione di asportazione. Questa mi pare veramente la notizia dell'anno, altro che... Porqué!


Da vedere (e sentire) questo video di Marca TV registrato al Camp Nou, con il pubblico che canta...


 http://www.marca.com/tv/?v=bI8Yye78zjB

martedì 5 aprile 2011

MOU, IL VIDEO E LA MALEDIZIONE CHAMPIONS...

Il Real esce adesso da una sconfitta. Forse quella più importante per la Liga, perché condanna le merengues a otto punti di distacco dal Barça capolista. Lo Sporting Gijòn ringrazia, esulta e rompe un record di 150 partite casalinghe senza perdere dell'allenatore portoghese.

Ma non è questa la statistica che importa ora a Mou. C'è poco tempo per pensare ai record personali, c'è il Tottenham con il quale il Real torna a giocare un quarto di finale di CHampions League dopo 7 anni e 12 giorni. Nel 2004, contro il Monaco di Fernando Morientes, l'ultima apparizione a questo livello.

Una storia che il Real deve cancellare. Le hanno provate tutte nelle scorse stagioni: nemmeno Kakà e Cristiano Ronaldo seppero interrompere questa malasorte. Ora, con qualche acciaccato in più, ci riprova il condottiero Mou, e per farlo ha chiesto aiuto al pubblico, quella "aficiòn" che molte volte sembra snobbare l'impegno a causa del loro carattere pretenzioso. 


Per certificare la richiesta d'aiuto dei suoi supporter, ecco  la trovata: un video stile hollywoodiano con il mister, Carvalho, Xabi Alonso e Di Marìa. Un po' scenico ma forse efficace. L'unica cosa che si nota, in questa era di comunicazione che Mou sa sfruttare benissimo a suo favore, è l'assenza di un anima spagnola nel Real. Qui non c'è cantera: l'allenatore è portoghese, i centrali di difesa pure, Di Marìa è argentino e l'unico "indigeno" in questo video è Xabi Alonso. Che è basco. Sarà per questo che per spronare i tifosi servono degli appelli...al Real non mancano i giocatori, manca forse un'identità vera.






lunedì 21 marzo 2011

LA STORIA DI ABI E DEI SUOI TANTI AMICI


La scorsa settimana è uscita la notizia shock, una di quelle che normalmente non vengono associate ai calciatori o agli sportivi in genere: Eric Abidal, terzino sinistro francese del Barcellona, ha un tumore al fegato ed ha subìto un'operazione immediata nella giornata di giovedì per l'asportazione dello stesso. L'operazione ha avuto un'ottimo esito, sia i medici che il tecnico Guardiola (che ha informato la stampa chiedendo contemporaneamente il rispetto per la privacy del giocatore) hanno confermato che tutto è andato per il meglio e che Eric potrebbe essere dimesso già tra pochi giorni.


La notizia ha colpito profondamente l'opinione pubblica internazionale, ed è arrivata in una settimana riempita da polemiche inutili come quella della radio Cadena Cope, riguardanti ipotetiche pressioni del Real sulla federazione spagnola affinché venissero fatti più controlli antidoping alle avversarie. Quasi inutile specificare che il contesto molto più serio e reale della situazione di Abidal ha spazzato via queste scandalose indiscrezioni di bassa lega, che si screditavano già da sole e che non hanno a che fare con questa storia.

La cosa più importante, che ci preme sottolineare, è la straordinaria partecipazione che i calciatori  della Liga hanno messo in questo weekend di partite: prima il Real Madrid stesso ha dato il buon esempio scendendo in campo in Europa con la maglietta " Ánimo Abidal", poi l'idea è stata replicata da tutte le altre squadre scese in campo tra sabato e domenica, con una sincera dichiarazione d'affetto per il francese da parte di tutto il calcio.

Anche i "suoi" tifosi, quelli del Camp Nou, hanno preparato un pensiero speciale per lui. Al 22° minuto (Abidal porta questo numero sulle spalle) di Barcellona-Getafe, i 90.000 aficionados blaugrana si sono alzati in un applauso commovente, che ha coinvolto tutti. Prima ancora, un video proiettato sui tabelloni del Camp Nou ha sottolineato la vicinanza dei compagni e degli avversari. Una maniera più che esplicita per dire ancora, e più forte, "Animo, Abidal". 






martedì 8 febbraio 2011

GLI INARRESTABILI

Attenti a quei due, insomma. La Liga sta viaggiando su ritmi altissimi imposti dalle due squadre principe, più il Barça che il Real per via dei sette punti di distacco.


Ma ci sono cifre che non lasciano spazio a dubbi sulla straordinarietà del campionato che stiamo seguendo: se può sembrare di un livello inferiore agli altri campionati d'Europa per la mancanza di concorrenza, in realtà ci si deve arrendere all'evidenza fatta di fenomeni assoluti che le altre non hanno e che, per questo motivo, ammazzano il campionato con record su record.


Il Barça di Messi, il Real di Cristiano. Sono davvero loro la copertina migliore per la Liga 2010-2011, visto che si stanno sfidando in una lotta senza quartiere: 25 goal il portoghese, 24 per la pulce. Una tripletta di Leo contro l'Atletico Madrid, non più in forma da tempo (Quique Sanchez Flores quest'anno deve fare  conti con una crisi vera della squadra), e in risposta all'asso argentino Cristiano ha pensato bene di regalare numeri d'alta scuola, invenzioni mai viste, compresa una doppietta decisiva nel 4-1 ai baschi della Real Sociedad.


Ho raccolto le immagini dei due "mostri" nell'ultimo weekend: da rivedere l'espaldinha, il nuovo colpo del funambolo madridista che sta facendo impazzire tv e tifosi di Spagna. A proposito: per chi sostiene che CR7 sia più fantasia che efficacia, va ricordato che nei due anni (scarsi) di Real ha segnato 51 reti in 51 partite di Liga, senza contare le altre. Direi che i soldi per lui si sono dimostrati ben spesi.


La tripletta di Messi all'Atletico







La giocata di Cristiano, riproposta in nuova versione nello scorso match







martedì 11 gennaio 2011

IL MIGLIORE?



Dopo l'assegnazione del Pallone d'Oro, versione Fifa che ha sostituito il titolo inventato da France Football, le polemiche e i dubbi si sono scatenati in Spagna come nel resto del mondo, Italia compresa.

Del trio che era arrivato alle nomination finali, tutti pensavano che ad alzare il trofeo sarebbe stato uno tra Xavi ed Iniesta, con il secondo leggermente favorito. Addirittura la notizia è stata data in anticipo, un po' sulla falsariga delle edizioni precedenti dove la consegna del premio era solo una formalità per le foto, essendo abitudine comunicare il vincitore con qualche giorno d'anticipo.

Ma a parte la formula, che Platini ha già discusso annunciando un nuovo premio Uefa dedicato al migliore d'Europa (come era prima), quello che ha destato un po' di scalpore è che per la seconda volta consecutiva, a soli 23 anni, il premio è stato assegnato a Messi che in realtà nel 2010 non ha vinto nulla. Negli ultimi anni il vincitore di solito si era preso la Champions o il Mondiale. Lui no, ma Xavi ed Iniesta (suoi straordinari compagni, caso unico) decisamente sì. Partivano in vantaggio poiché artefici di quell'impresa estiva che ha portato il primo titolo mondiale in terra iberica. Dopo aver vinto l'Europeo due anni prima. 

La logica vorrebbe che l'onorificenza andasse al più meritevole dell'annata, non al più forte in assoluto. Pur comprendendo le lamentele dei quotidiani e degli sportivi spagnoli, come non si può però tener conto dei 60 goal in un anno di Leo, della sua crescita impressionante, delle sue prestazioni da marziano e uomo immarcabile? E' vero, non ha alzato coppe, se non la scarpa d'oro per le 34 reti n Liga. Ma rivedendo tutto il 2010 nella mente, Mondiale a parte dove non ha neppure segnato, non si può che identificare il calcio e la sua massima espressione nel talento puro e genuino di Lionel.

Senza nulla togliere, ovviamente, a due mostri sacri del Barcellona come Xavi ed Iniesta, che non si affacciano di certo adesso alla grande platea del calcio internazionale, e che manterranno sempre un posto nella memoria di tutti i fan, non solo spagnoli. Due giocatori dalla classe immensa e sempre decisivi. Ubi maior...