giovedì 19 maggio 2011

IVAN, IL "PELATO" DAI PIEDI BUONI E LE GAMBE FRAGILI

I giovanissimi Raùl e De la Pena in ritiro con l' U.21 spagnola
Ha deciso oggi di dire basta. "La testa mi dice di continuare, ma il mio corpo non può più": con queste parole, rotte dall'emozione e dalle lacrime, Iván de la Peña ha deciso che a 35 anni, dopo tanti infortuni alle spalle, è arrivata l'ora di lasciare. Non ce la fa più "el pelat", come lo chiamano a Barcellona. 




Aveva voglia di continuare a fare assist, a lanciare con il suo piede vellutato i compagni, a mandare in porta gli attaccanti con qualche diagonale filtrante degno del miglior Xavi.

Ecco, quelle giocate e quei momenti da ora in poi non saranno più il pane quotidiano per Ivàn. Anche se chi lo conosce bene, come il suo scopritore Laureano Ruiz (che in Cantabria lo aveva scovato giovanissimo insieme a Pedro Munitis e i fratelli Helguera), sa che non lascerà il mondo del calcio in generale. Ruiz di lui dice: "Era un ragazzino speciale, con tantissime qualità per il calcio, ma non tutto ce l'aveva innato: ha appreso moltissimo negli anni".

In Spagna molti lo amano, da noi se lo ricordano come un bidone pazzesco. Trenta miliardi la cifra sborsata da Cragnotti per portarlo a Roma: praticamente un fallimento totale, come spesso è accaduto ai giocatori iberici da noi. Ma lui aveva un passato glorioso, aveva giocato nel Barça di Cruijff e con Ronaldo, i suoi passaggi furono determinanti per la vittoria della Coppa delle Coppe contro il PSG del 1996 e della Liga 97/98. Poca storia in nazionale, dove ha raccolto pochissime presenze e nessuna soddisfazione. Dopo l'Italia è andato in Francia, al Marsiglia, ma lì fu pure peggio. Il ritorno a Barcellona nel 2000/2001 era solo una mossa mediatica, così dal 2002 passa ai cugini dell'Espanyol, dove ha potuto invece dimostrare ancora di essere un giocatore di livello. Una doppietta al Barcellona di qualche stagione fa è stata l'apoteosi della carriera in biancoblu. 

Suerte, Ivàn: come molti dicono, la muscolatura "speciale" del centrocampista cantabrico non ha reso giustizia al giocatore che eri.

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